Profumano di storia i liquori di San Leucio
Profumano di storia i liquori di San Leucio
di Mariamichela Formisano, de Il Mattino di Caserta
Dopo il vino, anche l’olio e i liquori targati San Leucio arriveranno sul mercato nazionale ed estero
Il Comune di Caserta, infatti, ha affidato in gestione gratuita per due anni un oliveto costituito da circa 90 piante, un aranceto con circa 40 piante, e un limoneto con circa 70 piante situati presso il complesso monumentale del Belvedere di San Leucio
Ad aggiudicarsi l’affidamento è stata l’azienda vitivinicola “La Masserie” di Giuseppe Carusone, che si è impegnata a cedere una percentuale dei frutti derivanti dalla raccolta, ossia il 10% di olive e il 20% di arance e limoni, ad una Onlus o associazione individuata dall’amministrazione comunale
Inoltre, le attività che dovranno essere assicurate dall’azienda di Bellona saranno di ordinaria e straordinaria manutenzione dei terreni e delle piante, oltre alla coltivazione e gestione dell’oliveto, dell’aranceto e del limoneto con sistemi coerenti con le più moderne competenze agronomiche e orientati ai moderni principi di eco-sostenibilità
Insomma, tanto da fare in due anni per l’azienda nata nel 2007, considerato che dai sopralluoghi dei tecnici comunali è emerso un quadro complessivo pessimo e tale da far pensare ad uno stato di abbandono negli anni
La stessa relazione del Comune fa notare che le piante denotano condizioni di estrema sofferenza, dovuta al fatto che non risultano essere state correttamente potate e concimate, né ci sono tracce di operazioni colturali recenti fatte al terreno
Il che significherà che prima di immaginare una qualsiasi produzione occorrerà aspettare almeno un anno, e senza una proroga alla concessione di due anni in tutto per “La Masserie” significherà solo investire per lasciare ad altri la soddisfazione del risultato
“Date le condizioni delle piante, non riusciremo ad avere frutti prima di un anno – conferma Giuseppe Carusone- una corsa contro il tempo per l’azienda che accettato la sfida di una produzione di liquori assolutamente nuova, ma in linea con la propria politica di valorizzazione delle eccellenze storiche del territorio in barba alle quantità”
Intanto Carusone ha già pronte le bozze di etichette e packaging da affidare all’artista casertano Bruno Donzelli.
Sue, infatti, le otto etichette che connotano da sempre i vini “La Masserie”, un brand di eccellenza targato Caserta che già veicola una produzione da 20mila bottiglie all’anno in Italia, e che veicolerà anche all’estero le linee stilizzate del Belvedere di San Leucio su bottiglie di olio e limoncello
Una straordinaria occasione per rilanciare l’offerta turistica e culturale della città, secondo l’amministrazione Marino, e che per questo riveste un carattere prioritario di interesse pubblico, di valenza nazionale e internazionale
La stessa valenza che due mesi fa affidò per dieci anni all’associazione temporanea di imprese “La Masserie”, “Il Verro” di Cesare Avenia e la “Mastio restauri srl”, il ripristino e la valorizzazione dei vigneti della Torretta e del Pomarello ai lati dello scalone monumentale del Belvedere
Due occasioni e un unico obiettivo: recuperare e rilanciare i prodotti della terra tanto amati dai Borbone
Più fattibile nel caso dell’olio di varietà “Leccino” di San Leucio, e auspicabile nel caso del limoncello leuciano, magari in virtù di una collaborazione tra “La Masserie” e un distillatore della zona.
Più aleatorio, invece, si sta rivelando il recupero dei due vigneti, considerato che il bando prevede produzione di Pallagrello, mentre i documenti dell’Archivio storico della Reggia attestano in quei luoghi coltivazioni di uve “lagrima rossa, aliatico rosso, ed aglianica” nella vigna della Torretta, e uve bianche “vernotiche” nella vigna del Pomarello
Ed è difficile al momento immaginare anche come i vincitori della gara per i vigneti riusciranno a ripristinare gli antichi filari tra le opere di una fabbrica incompiuta che ha scempiato l’antico profilo del suolo
Intanto si procederà alla ristrutturazione di alcuni locali annessi allo scalone, da destinare alla commercializzazione di prodotti tipici e a mostre.