Pallagrello Bianco

Pallagrello Bianco

pallagrello bianco

La morfologia del vitigno

Dagli studi ampelografici condotti da Monaco ed altri risulta che il vitigno mostra un apice del germoglio aperto, mediamente tomentoso, di colore verde a margini leggermente rosei, ad asse ricurco. Le prime tre foglioline apicali (I-III) sono lanuginose, di colore verde a zone bronzate, spiegate. Le foglioline basali (IV-VI) sono spiegate, lanuginose, di colore verde con sfumature bronzee.
Il tralcio erbaceo alla fioritura è leggermente ricurvo, pochissimo tomentoso, di colore verde da un lato e verde a strie rosse dall'altro, leggermente costoluto, a sezione circolare.
I viticci sono bifidi, lunghi, discontinui.
La foglia adulta è di dimensioni medio-grandi, cuneiforme o pentagonale, trilobata; la pagina superiore è di colore verde medio, con nervature verdi; la pagina inferiore è aracnoidea; il seno peziolare è ad U aperto; i seni laterali superiori sono ad U, aperti; i seni laterali inferiori sono a V aperti, appena accennati; il lembo è poco bolloso, piano o leggermente a gronda; i denti sono piccoli a lati rettilinei.
L'infiorescenza è di lunghezza media, cilindrica, raramente con ala, inserita al 3°-4° nodo.
Il fiore è ermafrodita.
Il grappolo è medio, cilindrico, a volte con ala, mediamente compatto, a peduncolo corto, robusto, poco lignificato.
La bacca è piccola, di circa 2 grammi, di dimensioni uniformi, rotonda; la buccia è di colore giallo, pruinosa, con ombelico apparente e sporgente; la polpa è incolore, succosa, molle,1a sapore neutro; il pedicello è corto, a separazione difficile; il pennello è verde, corto, tozzo.
I vinaccioli, in numero di 1-2 per bacca, sono medio piccoli, globosi, di colore marrone molto scuro, con becco corto e sottile.
Il tralcio legnoso è robusto, a superficie striata, di colore bruno-scuro, a sezione circolare, con corteccia aderente.

Le caratteristiche produttive e fenologiche

Il vitigno presenta buona vigoria e produttività. I valori della fertilità reale e potenziale, durante i cinque anni della sperimentazione, sono stati, in media, pari a 1,42 e 1,64, con punte di 1,62 e 1,72; tali dati si sono mantenuti, comunque, sempre al di sotto di quelli rilevati per la varietà di confronto (Chardonnay).
La produzione per ceppo, per piante con 24 gemme, si è attestata in 6,77 Kg/pianta, con peso medio grappolo di 233 g e peso medio della bacca di 1,70 g. Il peso del peso del legno di potatura è stato pari a 1,58 Kg per pianta.
Il germogliamento avviene, di norma, nella seconda decade di aprile; fiorisce tra la terza decade di maggio e la prima di giugno; l'invaiatura cade entro la seconda decade di agosto, mentre la piena maturazione delle uve si prevede entro la metà di settembre.
Il "Pallagrello bianco" mostra una buona tolleranza alla siccità ed alla botrite per la buccia piuttosto spessa dell'acino e per una modesta compattezza del grappolo. Mostra, infine, una buona affinità d'innesto con i principali portinnesti utilizzati.

Il Mosto

Per ogni anno della ricerca, condotta dal Moio, è stato valutata la qualità della produzione attraverso la determinazione di zuccheri (°Brix), pH, acidità titolabile, acido malico.
I dati di zuccheri ed acidità titolabile sono sempre elevati nel "Pallagrello bianco", rispetto alla varietà di riferimento, lo "Chardonnay" (23.63 e 21.01 per i °Brix; 5.55 e 4.88 per l'acidità titolabile rispettivamente per il "Pallagrello bianco" e lo "Chardonnay").
In dettaglio i dati evidenziano che la concentrazione zuccherina dell'uva "Pallagrello bianco", in corrispondenza della piena maturazione, è risultata compresa tra 23,30 e 24.60 °Brix, valori che determinano una gradazione alcolica potenziale compresa tra 13,50 e 14,50 %. L'acidità titolabile, è risultata compresa tra 5,2 e 5,86 g/L ed il pH tra 3,29 e 3,64.
I dati fanno prevedere al Moio che "il vino prodotto dalla vinificazione in purezza di uva Pallagrello bianco sia caratterizzato da un equilibrio gustativo leggermente sbilanciato verso la componente dolce. Ciò significa che il vino da uva "Pallagrello bianco" può presentarsi "morbido" ed equilibrato al gusto sin dalle prime fasi successive alla fermentazione alcolica".
Relativamente al contenuto di polifenoli a livello della buccia e dei vinaccioli, l'uva "Pallagrello bianco" è caratterizzata da livelli comparabili a quelli di altre varietà autoctone di uve che non hanno problemi di facile ossidabilità dei mosti, come la Falanghina ed il Fiano, e che consentono l'ottenimento di vini bianchi di elevata qualità.

Il vino Pallagrello

I vini a base di "Pallagrello bianco" si caratterizzano per l'elevata gradazione alcolica. Infatti, in armonia con i dati del mosto, i vini hanno mostrato un gradazione compresa tra 13,45 e 14,20 %. Contenuta è, come prevedibile,l' acidità titolabile.
E,' pertanto, un vitigno che consente la produzione di vini con un buon equilibrio gustativo. Infine i valori di estratto secco, D.O. a 420 nm e polifenoli totali del "Pallagrello bianco", rilevati per tre annate consecutive, sono in linea con gli stessi valori relativi a vini bianchi di qualità.
Per quanto riguarda i caratteri aromatici i rigorosi studi condotti fanno dire al Moio che "esso risulta caratterizzato da note di frutta esotica, albicocca e miele, ben evidenti. Sotto il profilo degli aromi floreali, invece, il vino ottenuto da "Pallagrello bianco" è meno caratterizzato di quello ottenuto da uva Fiano. Per quanto concerne il confronto aromatico con i vini ottenuti dalle cultivar Sauvignon, Moscato, Traminer, Chardonnay, proprio con quest'ultimo il "Pallagrello bianco" appare comparabile".
Egli, quindi, trae le seguenti conclusioni "Le caratteristiche compositive dell'uva "Pallagrello bianco" sono in linea con quelle di altre cultivar di uve a bacca bianca impiegate per la produzione di vini di qualità. L'uva "Pallagrello bianco" è perfettamente idonea sia alla produzione di vini bianchi fruttati e freschi, sia di vini bianchi con maggiore concentrazione e complessità aromatica atti ad essere vinificati in legno ed anche da destinare all'invecchiamento."
 
Gli esiti degli studi giustificano, pertanto, l'impazienza con cui gli operatori attendono la definitiva consacrazione di questo vitigno che potrà contribuire, se adeguatamente tutelato ed utilizzato, allo sviluppo dell'area che da sempre ne ha rappresentato la culla di coltivazione.